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Fernanda Wittgens

Laurence des Cars è la nuova direttrice del Louvre di Parigi. La prima donna a ricoprire tale ruolo. Impossibile non pensare alla nostra Fernanda Wittgens.

Dopo aver salvato innumerevoli opere d’arte durante la Seconda Guerra Mondiale, diviene Direttrice dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, subito dopo la fine della guerra. Ma la carriera e la storia della Wittgens, racconta in realtà molto più di questo.

Nel 1946 hanno inizio i lavori di ricostruzione della Pinacoteca di Brera, su progetto dell’architetto Piero Portaluppi. Nell’occasione Modigliani teorizza una “grande Brera”, ingrandita sia negli spazi sia nel coinvolgimento attivo della gente, teoria poi portata avanti da Fernanda e, soprattutto, da Franco Russoli. Il 22 giugno 1947, dopo la morte di Modigliani, le viene affidata anche la soprintendenza.

La ricostruzione di Brera viene portata a termine nel giugno 1950. Nello stesso anno, assieme a Portaluppi, progetta un piano regolatore per la “grande Brera”, che prevede un collegamento tra la Pinacoteca, l’Accademia di Belle Arti, la Biblioteca, l’Osservatorio Astronomico e l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere.

Sempre nello stesso anno, senza abbandonare Brera, viene nominata soprintendente alle Gallerie della Lombardia; in questo ruolo si occupa della ricostruzione del Museo teatrale alla Scala e del Poldi Pezzoli, oltre che del restauro del Cenacolo di Leonardo.

Nel 1951 dà inizio a una rivoluzionaria attività all’interno di Brera ricostruita; la Pinacoteca è animata da una serie di inediti e innovativi eventi espositivi e didattici: vengono organizzate visite guidate da personale specializzato — spesso anche da lei stessa — per varie categorie di persone, come i bambini, i disabili e i pensionati, che spesso vengono sollecitate ad una partecipazione attiva.

In questo periodo fa di tutto per convincere il Comune di Milano ad acquistare la Pietà Rondanini di Michelangelo Buonarroti, messa sul mercato e contesa da Roma, Firenze e Stati Uniti d’America. Molto combattiva, promuove persino una campagna di raccolta fondi popolare; riesce nel suo intento: il 1º novembre 1952, la scultura diviene milanese, per 130 milioni di lire.

Nel 1955 si costituisce ufficialmente a Brera una sezione didattica. Sempre nello stesso anno, il 17 aprile, durante la “giornata della riconoscenza” celebrata a Milano, Wittgens viene premiata con una medaglia d’oro da parte dell’Unione delle comunità israelitiche, per l’opera di soccorso nei confronti degli ebrei perseguitati.

Nel 1956 rifiuta, con una lettera, la proposta di Ferruccio Parri di presentarsi alle elezioni amministrative con la lista del Fronte laico. Significativo il passo: «Ora io non mi sento, come artista, di entrare nel binario dei partiti perché la mia libertà è condizione assoluta per la vita stessa del mio essere.

Ecco perché è importante ricordare la figura di questa donna straordinaria, che ha fatto del suo lavoro qualcosa di più. È riuscita a costruire, attraverso una visione e la collaborazione con personaggi straordinari, quello che ancora oggi è un fiore all’occhiello per la città di Milano e non solo.

Foto: Wikipedia

 

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